QURESIMA DI FRATERNITA’

15-02-2013

- QUARESIMA DI FRATERNITÀ -

 

Carissimi,

Ancora una volta il Signore ci chiama a vivere la quaresima, tempo, caratterizzato dalle opere della penitenza, la preghiera, il digiuno e l'elemosina.

In un tempo di sofferenza economica generalizzata questo tempo privilegiato deve essere vissuto nel contesto di una situazione che ci chiede un grande spirito di fraternità e di condivisione, per cui ci chiediamo se le opere della penitenza non possano in qualche modo essere indirizzate ad affrontare i disagi di una situazione che sembra non accennare a risolversi.

Il grande fattore di disagio, causa di tutte le altre situazioni di sofferenza, è la mancanza di lavoro, per cui la comunità cristiana è chiamata a concentrarsi su questo problema, perché né la politica né gli operatori economici sembrano troppo intenzionati a creare lavoro.

Chiaramente la Chiesa non ha possibilità economiche. Però possiamo provare a rendere efficace il valore dell'elemosina, spesso considerata insignificante per ottenere qualche buon risultato sociale.

Le elemosine potrebbero essere concentrate sullo scopo comune di tutta la nostra Chiesa Diocesana di offrire qualche opportunità di lavoro, sfruttando l'opportunità dei voucher lavorativi e finanziandone l'erogazione nella misura più grande possibile.

Contemporaneamente sarà opportuno segnalare lavori anche semplici accantonati in attesa di qualche possibilità: il riordino delle cantine, l'intervento nel giardino, la pulizia di qualche angolo abbandonato, la cura di una persona malata, la custodia e la pulizia di una chiesa piuttosto che di qualche edificio della comunità, la cura dei muri imbrattati dall'inciviltà di chi li ricopre di scritte, la pulizia di strade perennemente deteriorate dalla sporcizia '

L'attivazione di un organismo centralizzato che raccolga e faccia incontrare tra di loro bisogno di lavorare, opportunità di lavoro e carità per finanziare i voucher non risolverebbe certamente la penosa congiuntura che stiamo vivendo, ma potrebbe permettere un aiuto reciproco, capace di attenuare i disagi della disoccupazione, senza umiliare chi non accetterebbe volentieri un'elemosina e permettendo contemporaneamente di realizzare interventi tralasciati per mancanza di possibilità.

Mi sento di chiedere a tutti di vivere il tempo quaresimale con questa sensibilità, con la certezza di non suggerire un piccolo rattoppo palliativo, ma piuttosto un segno eloquente, che potrebbe dimostrarsi di grande utilità sociale.

Grazie di cuore per la benevola attenzione che ciascuno saprà accordare a questo appello accorato. Con l'augurio che il Signore ci insegni a vivere con lo spirito giusto questo tempo quaresimale.

X Francesco Ravinale

 

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