L’avete fatto a me

La famiglia cristiana soggetto di vita sociale

La proposta rivolta alle famiglie cristiane e a tutta la nostra comunità ecclesiale, di atteggiarsi come soggetto di vita sociale, si trova a doversi confrontare con tante situazioni di grande e sofferta concretezza. Non possiamo lasciarla cadere come lettera morta, perché verremmo meno al dovere di essere testimoni di Cristo Risorto, speranza del mondo. Mi permetto quindi di indicare gli impegni che emergono da queste pagine e che interpellano tutti e ciascuno.

Tutta la Diocesi è chiamata a prepararsi a vivere come avvenimento di grazia il Convegno Ecclesiale di Verona, previsto per l’ottobre del prossimo anno.
Questa preparazione chiama innanzi tutto in causa il nostro cammino di fede che, in una cultura in cui si è offuscata o forse è scomparsa l’idea che la storia sia incamminata verso una pienezza che va al di là di essa, deve aiutarci a trovare in Gesù Risorto la novità capace di rispondere alle attese e alle speranze più profonde degli uomini d’oggi.
Qualificante di questo anno pastorale deve essere un convinto e cordiale impegno di carità, che si traduca nella consapevolezza di appartenere tutti ad un’unica grande famiglia, capace di reagire alle circostanze difficili con uno spirito di profonda solidarietà, pronta a farsi carico delle difficoltà dei fratelli e a liberare risorse lavorative, per consentire a tutti la possibilità di un onesto guadagno.
A sostegno di questo cammino non può mancare un’assidua preghiera, anche comunitaria, che potrà trovare la sua espressione negli incontri zonali di lectio divina, ispirata dai capitoli 24 e 25 del Vangelo di Matteo, che offrono spunti ricchissimi di meditazione sulla presenza di Cristo nella storia, sul destino eterno dell’uomo e sul dovere dell’attenzione alle concrete problematiche della vita sociale.

La famiglia continua ad essere il grande soggetto protagonista dell’impegno cristiano, chiamata a vivere e trasmettere i criteri evangelici, abitualmente ignorati e considerati utopistici.

Alle singole parrocchie chiediamo di prendersi a cuore i problemi sociali di questo periodo storico, facendosi carico delle sfide emergenti dai problemi della società ed accettando di camminare secondo le indicazioni proposte alla comunità diocesana.

Maria Santissima, da noi venerata come Porta del Paradiso, ci conceda di saper camminare insieme, attenti alle sollecitazioni della storia, senza perdere di vista la meta definitiva della vita eterna.

Asti, 1 settembre 2005
Festa di Maria, Porta Paradisi.

Il Vescovo:
Francesco Ravinale

01-09-2005