Senza perdere la tenerezza

Sabato 17 luglio dalle ore 18 ultimo incontro del percorso di riflessione culturale “Senza perdere la tenerezza” con mercatino delle idee, delle cose buone e belle; uno splendido coronamento di una preziosa serie di incontri, aperti al pubblico, in presenza, sul tema della cura della/e città, dell’ambiente, del lavoro. Una riflessione a più voci e con più testimoni sulle fragilità che la pandemia ci consegna ancora più evidenti, ancora più dolorose.

Il sottotitolo della rassegna rende più esplicita la molteplicità dei temi sviluppati:

“La cura della città per una città che cura” per un nuovo modello di sviluppo più inclusivo, anche alla luce delle ultime encicliche di papa Francesco.  L’importanza della cura e del custodire la terra per un cambio di paradigma e per un nuovo (o per nuovi) alfabeto(i)

Il luogo dell’incontro è il cortile del Foyer delle famiglie, circolo ACLI e motore di tante nostre iniziative.

 Iniziativa arricchita dal valore del lavoro fatto insieme, delle reti di associazioni e persone, nella progettazione condivisa, quando ci muovono idee e visioni comuni, una visione di come va il mondo, della buona politica, della convivialità delle differenze. Insieme alle ACLI che hanno la responsabilità e l’organizzazione dell’intero festival (finanziato con i fondi del 5permille del 2019) altre associazioni/sigle del mondo ecclesiale e non: Pastorale sociale e del lavoro, Progetto culturale della Diocesi di Asti, La rete Welcoming Asti, associazione Noix de Kola

Riassumiamo il percorso per documentare un profetico cammino di proposta per la nostra collettività.

Il primo incontro, curato da Don Luca Solaro e Domenico Massano, ha delineato il perimetro delle riflessioni e stimolato l’interesse per gli incontri del “festival” dedicati alla formazione, alla scuola, ai ragazzi, all’attenzione e alla cura del territorio, alle esperienze di alcune cooperative sociali, ad una riflessione sulle strutture sanitarie e socioassistenziali e sulla possibilità di una nuova domiciliarità, allo sguardo sulla città.

I testimoni invitati sono, per esplicita volontà di dare voce e protagonismo al territorio, persone vicine, a volte amici, altre volte professionisti del settore, sempre protagonisti di “molta vita” da raccontare; persone e storie che mettono al centro delle loro riflessioni ed esperienze la tenerezza, lo sguardo verso l’altro, una idea di cura a tutto tondo, della città, elle relazioni, delle persone.

Il secondo incontro è più attento alle radici nel cattolicesimo sociale. Don Flavio Luciano, Direttore della pastorale del lavoro regionale e Francesco Scalfari, responsabile dello stesso ufficio per la nostra Diocesi hanno presentato la settimana sociale del prossimo ottobre a Taranto.

Un terzo incontro è stato dedicato alla cura raccogliendo le riflessioni di Luigi Berzano, sociologo, accademico, prete e Gianpiero Poncino, già dirigente della Magneti Marelli e profondo conoscitore del prezioso ministero dei laici nella chiesa, che ha fatto sintesi tra le ragioni della economia di mercato e le suggestioni di un cambiamento di paradigma che questa stagione sembra suggerire e che lo stesso Pontefice considera l’unico possibilità di rinascita solidale, inclusiva, multietnica e multiculturale, senza perdere, e torniamo al nostro refrain, la tenerezza.

 Una pausa, solo apparente, nello sviluppo del precorso di ricerca, ha colto la tenerezza declinata in un piccolo salotto letterario con la presentazione del libro “dove Dio ha nome di donna” di Mons. Prastaro, Vescovo di Asti e del volume di racconti “Bambine sulle tracce di inesorabili passioni” di Daniela Grassi, a cui è seguito, nella serata il teatro di strada con Marco Gobetti e il suo “Io e Matteo”.

Il quarto incontro è stato, più nello specifico, dedicato ad uno sguardo alla sanità astigiana. Testimonianze di personale infermieristico tra il racconto di esperienze di cura e vicinanza e le ipotesi di nuovi modelli che mettano ancora di più al centro del progetto della sanità pubblica le persone, le famiglie, le comunità e anche in questo caso, sullo sfondo l’esperienza forte, vicina, spesso terribile, della pandemia e delle modalità agite per contrastarne gli effetti. Spazio è stato dedicato al mondo socioassistenziale, dall’interno di una RSA che ha vissuto drammi, decessi, contraddizioni nella consapevolezza evidente di dover immaginare un nuovo rapporto di queste strutture con i territori e con interventi diffusi di domiciliarità alternativa.

Prima degli incontri conclusivi, la collaborazione con l’associazione Noix de Kola ha permesso la proiezione di un film/documentario sul tema della immigrazione straniera e dell’integrazione.

Il quinto appuntamento è stato dedicato all’economia alternativa, alle coop. Sociali, che praticano lo sguardo tenero nella loro stessa ragione di esistere. Coop. Agricole, coop. che lavorano beni confiscati alle mafie, una economia piccola ma alternativa, una speranza per il futuro di questo pianeta e dei nostri territori.

Il sesto incontro, in deroga al principio delle esperienze solo locali ha visto protagonista Paolo Petracca, giovane ex presidente delle ACLI di Milano e impegnato oggi in politica nella sua città. L’incontro dedicato alla città, alla sua complessità ad una idea di cura che ha inevitabili risvolti politici perché le scelte delle amministrazioni possono (devono) anch’esse fatte “senza perdere la tenerezza”. Scelte per una città “a misura di sguardo” seconda una lezione del Cardinal Martini per la sua Milano.

Il settimo appuntamento è stato ad ampio respiro propositivo dedicato alla scuola e alla formazione, alle nuove davvero inevitabili scelte che dovranno vedere la Scuola rifondarsi, rinascere, dare nuovi spazi alle tante fragilità che il COVID ha reso evidenti. Protagonisti il Presidente di ENAIP Piemonte (ente di formazione delle nostre ACLI) e due dirigenti scolastici locali coordinati dal Direttore di ENAIP ASTI Giovanni Miglietta.