Parrocchie accoglienti

E’ possibile sviluppare una pastorale “urbana” che non sia la stessa di quella che si fa nei paesi? Il consiglio pastorale della città due anni fa è partito da questa domanda, per poi convenire sul fatto che è realmente possibile trovare uno stile specifico di essere parrocchia in contesto urbano. Quindi ci si è chiesti come. E ce lo si è chiesti ponendo un problema di tutti, annunciare il Vangelo, ma in un ambiente particolare. Si è arrivati a individuare diversi canali che non scimmiottino la tradizione ma provino a intercettare le sensibilità contemporanee. Quindi si è deciso di approfondire uno di questi canali: costruire parrocchie accoglienti e ospitali. In città il cercare di fuggire dall’anonimato e costruire comunità calde, che siano accoglienti pure verso chi non sa nulla di fede è veramente un investimento.

Così ci si è confrontati sul valore spirituale dell’accoglienza e ora siamo giunti al dunque. Domenica 15 aprile dalle 15 alle 19 presso i Giuseppini ci sarà il convegno pastorale per proporre cammini concreti di conversione dalla parrocchia-ufficio alla parrocchia- casa ospitale. All’inizio si proporrà una riflessione a partire da un articolo su Il Regno di don Alberto Torresin “La parrocchia ospitale”. Quindi cinque animatori di gruppi proporranno cinque piste di conversione e ci si dividerà in gruppi. Alla fine, sintesi dei gruppi. I gruppi sono: essere accoglienti verso famiglie e bambini; essere accoglienti verso i giovani; essere accoglienti verso gli anziani, i malati e le persone disabili; essere accoglienti verso etnie diverse; essere accoglienti verso persone di passaggio o occasionali.

Il fatto che, a seconda del territorio, le singole parrocchie si specializzino in qualcosa e attirino persone di altre zone, senza che tutte siano uguali è proprio lo specifico della pastorale urbana.

D.B.