Monsignor Ravinale saluta Asti

Lascio la Diocesi più bella del mondo

Il vescovo di Asti Francesco Ravinale ha salutato i fedeli in una Cattedrale gremita. Dopo 18 anni al servizio della Chiesa astigiana padre Francesco, al compimento dei 75 anni, ha presentato le sue dimissioni come previsto dal Diritto Canonico. Al suo posto è stato nominato don Marco Prastaro che domenica 21 ottobre dopo la solenne cerimonia di ordinazione episcopale farà il suo ingresso come vescovo.

Ieri domenica 14 ottobre, mons Ravinale, ora amministratore apostolico della chiesa astigiana fino all’ordinazione di don Prastaro, ha celebrato una messa nella quale si è congedato dalla comunità astigiana.

Padre Francesco ha ringraziato tutti. “Me l’ha insegnato la mia mamma a dire grazie ed è tra i grandi insegnamenti che mi ha dato, immaginate se posso non dirlo oggi. Sono riconoscente di avervi qui perché condividiamo anche questo passo e domenica prossima uno ancora più bello”, ha dichiarato dopo l’Omelia.

“Adesso guardo in avanti: adesso il Signore mi sta dicendo “Lascia quello che hai e mettilo a disposizione di una Chiesa che deve proseguire il suo cammino e farlo con forza rinnovata”.
Sono contento di lasciare la Chiesa in mano ad altri perché ho sempre predicato un cammino di speranza, l’ho detto dalla mia prima lettera pastorale. E questo pretende avvicendamenti e rinnovamento. È bene che ci siano forze nuove. Non mi lamento con il Signore per questo distacco e canterò in eterno l’amore del Signore che mi ha donato la possibilità di camminare per un lungo periodo con la Diocesi più bella del mondo – ha salutato monsignor Ravinale rivolgendosi a tutti gli astigiani -. L’ho giù anche detto sottovoce al vescovo Marco, non deludetelo per piacere. Gli auguro di poter godere l’affetto che gli astigiani sanno donare.
I traslochi insegnano a distinguere tra necessario e superfluo e io adesso cercando la vita eterna cercherò di trovare l’essenziale. Finora per voi sono stato vescovo ora con voi cercherò di essere cristiano”.

In conclusione un appello rivolto a tutti: “Da oggi più che mai ripeto l’invito a chiamarmi padre Francesco: alla giurisdizione si può rinunciare alla paternità no. Ma a onor del vero vista l’età sarò più nonno che padre. E va bene così perché  nonni sono più teneri”.