Diaconato Permanente

Diaconato, presbiterato e laicato

Ora arriva il diaconato, ma non come sostitutivo del presbiterato, non come una minaccia per il laicato, bensì come araldo: angelo dell’Evaghelismos, cioè dell’annunciazione. Un altro Gabriele che annunci la Buona Novella della Salvezza! “Lo Spirito Santo scenderà sopra di te e ti coprirà con la sua ombra la potenza dell’Altissimo” (Lc. 1,35). L’imposizione delle mani crea il diacono come ministro ordinato che, senza essere sacerdote, non è un laico; e che, senza essere laico non è sacerdote, ma sì ordinato; e neppure è Vescovo.
Quando Gabriele annunciò Maria, la Madre di Dio disse: Come può essere? Così rispose non perché non credeva, ma perché non capiva. Quando l’angelo parlò non diede delle lunghe spiegazioni, né fece una conferenza. Neanche Ella rispose con una conferenza. Soltanto disse: “Sono la serva del Signore, si compia in me quello che hai detto” (Lc. 1,35). Quando i Padri conciliari restaurarono il diaconato nella Chiesa di Occidente fu perché animati dalla fiducia che la Chiesa aveva bisogno di questo ministero in un contesto, come abbiamo detto, tra il laicato e il presbiterato, come un braccio che mancava al vescovo. Il diaconato non è una protesi, come un membro artificiale, è un braccio vivo nelle cui vene scorre il sangue di Cristo-Servo, il Figlio della serva del Signore.
Il diacono dà la sua risposta al decreto conciliare. Eccomi: mandami! (Is. 6,8). Risponde perché crede che porterà a compimento quello che il Concilio ha stabilito. Se manca una teologia definitiva del diaconato, non manca però la fede nella sua realtà rivelata.
Come abbiamo detto, l’istituzione del diaconato venne dal Nuovo Testamento. Tutti conosciamo il Protomartire, il Protodiacono Santo Stefano. San Luca, negli Atti degli Apostoli, dice che questi hanno imposto le loro mani su “sette uomini di buona fama, peni di Spirito Santo e sapienza” affinché si prendessero delle vedove di lingua greca. Anche loro erano di lingua greca e sciolsero gli apostoli delle preoccupazioni temporali affinché potessero dedicarsi all’orazione e alla predicazione (At. 6,3).
La parola diacono viene dal greco ‘diaconia’ che, in due diversi sensi, si utilizza più o meno cento volte nel Nuovo Testamento, essendo questo il loro significato: ministero/ministro oservizio/servo.
Nei primi anni della Chiesa vediamo che il diaconato emerse come ufficio ben definito. San Paolo nella lettera ai Filippesi, scritta verso l’anno 57, fa riferimento ai diaconi come ordine nella Chiesa (Fil. 1,11). Egli parla inoltre dettagliatamente di essi nella prima lettera a Timoteo (1 Tim. 3,8-10; 12-13).

un diacono

Un aiuto sacramentale unico

Come Santo Stefano, il protomartire che predicò presso il sinedrio, e San Filippo che catechizzò l’eunuco etiope, i diaconi sin dall’inizio si dedicarono unicamente al servizio della mensa. L’Ordine Sacro consacra il diacono al ministero di Cristo Servo. “Il diacono riceve il sacramento dell’Ordine affinché serva come ministro alla santificazione della comunità cristiana in comunione gerarchica con il vescovo e i presbiteri. Al ministero del Vescovo, e in modo subordinato a quello dei presbiteri, il diacono presta un aiuto sacramentale, perciò intrinseco, organico e inconfondibile. È chiaro che la sua diaconia presso l’altare – perché ha la sua origine nel sacramento dell’ordine – si differenza essenzialmente da qualsiasi ministero liturgico che i pastori possano affidare ai fedeli non ordinati. Il ministero liturgico del diacono è diverso dello stesso ministero ordinato sacerdotale” (Directorium, N. 28; Lumen gentium, 29). Il diacono non è sacerdote, il suo ministero è servire.
Sant’Ignazio di Antiochia scrive (ca. A.D. 105): “Diaconi dei misteri di Gesù Cristo… non siete voi ministri di pranzi e di bevande, ma servitori della Chiesa di Dio” (Ad Trall. III,1). E aggiungendo dice che il vescovo occupa nella Chiesa il posto del Padre Eterno e si deve rispettare il diacono come lo stesso Gesù Cristo”. Rispetto che proviene dal lavoro di servizio in favore della Chiesa.

Dal documento Il diaconato permanente: identità, funzione e prospettive
Eccellenza Reverendissima Mons. 
Roberto O. González Nieves, O.F.M.
Arcivescovo di San Juan de Puerto Rico, 
9 febbraio 2000

Per sapere di più sul diaconato permanente e su questa realtà presente nella Chiesa in Asti puoi accedere al sito: http://www.diaconatodiocesiasti.com/wp/